E’ il dieci giugno del 1942, deserto libico, ci sono 40 gradi all’ombra. Una pioggia di bombe e di cannonate si abbatte sul caposaldo di
Bir Hacheim. Niente di nuovo: è una settimana che dura la musica…
Siamo verso la fine della battaglia di Ein el Gazala. Rommel, in difficoltà inizialmente, ha magistralmente volto la partita a suo favore, tra pochi giorni espugnerà Tobruk.
Sotto l’assedio della Panzerarmée Afrika, I legionari della
13° DBLE (Demi Brigade de la Légion Etrangère) e il resto dell’accozzaglia di militari « multicolori » (fucilieri di marina con il berretto blu a ponpon rosso, battaglione centrafricano dell’ Obangui, i « chitarristi » del Pacifico, ecc) dei coraggiosi che da più di un anno si battono come « Free French », sanno di essere abbastanza al sicuro nelle loro buche strette e profonde, ma i nervi sono provati, le munizioni scarseggiano, e, soprattutto, l’acqua, da giorni razionata, sta finendo.
Ma sono riconoscenti al
« Vieux Lapin » (tr: « La Vecchia Lepre ») nomignolo affibbiato al loro comandante,
generale Pierre Marie Koenig, che per due mesi li ha costretti a scavarsi di malavoglia sotto il sole cocente le buche che ora sono la loro salvezza.
Non sanno ancora che presto si parte !.
La 1° Brigata della Francia Libera ha resistito a Bir Hacheim al di là del necessario, certo più del ragionevole, ma i generali britannici Auckinlek e Ritchie non erano d’accordo sul da farsi. Alla fine Koenig ha ricevuto un messaggio da Ritchie che gli proponeva :« se lo riteneva opportuno (sic ! ) » di abbandonare il caposaldo.
Ma Koenig – legionario nell’anima – non ha nesuna intenzione di scappare, lasciando armi, mezzi e feriti in mano alle forze dell’Asse! Non esiterà un istante, scriverà :
« saremmo potuti uscire senza colpo ferire, tutti a piedi e per cosí dire in punta di piedi…Ma agire in questo modo sarebbe stato contrario alla mia idea dell’onore militare »Sarà quindi una « sortita in armi e di forza » ci si batterà, se necessario a corpo a corpo e fino all’ultima cartuccia.
Gli italo tedeschi sono oramai al contatto a Nord, dove hanno occupato la quota 186 e preso alcuni prigionieri, a costo pero’ di dure perdite.
Solo a sera (per non allertare il nemico) il genio pionieri del Cap. André Gravier apre al buio con difficoltà un varco nel fitto campo di mine verso sud ovest, che risulta essere di soli 60 mt, più stretto del previsto.
L’uscita di ca 200 mezzi , cannoni autotrasportati, autoblindo (le cd Bren Carrier) e le ambulanze con ca 130 feriti, non é facile nell’oscurità completa, dato che - per fortuna - non c’é la luna (sorgerà verso le quattro del mattino). Il ritardo di alcune ore e la confusione sono inevitabili.
La Légion è naturalmente in testa, a piedi con armi leggere e bombe a mano, ha il compito di sorprendere e distruggere le postazioni nemiche, il 2° Btg LE apre la strada - per prima la 6a Cp del ten Wagner – mentre il 3° Btg LE sulla destra è appoggiato dai Bren Carrier in rincalzo..
Ma la sorpresa è mancata : le mitragliatrici nemiche aprono il fuoco con i traccianti, e razzi illuminanti di tutti i colori percorrono il cielo (sembrano i fuochi d’artificio del 14 luglio festa della Repubblica, commentano i legionari…)
Koenig, e il suo vice
Col Dimitri Amilakvari, a piedi, incitano a non arrestarsi e andare avanti. Ma vi sono più avanti campi di mine sparse ( dette le « paludi » di mine) che non era comunque possibile togliere.
Un Bren Carrier, poi un altro, saltano, orientando il nemico con il bagliore degli incendi, le mitragliatrici nemiche aggiustano il tiro, il fuoco è ormai infernale, sembra siano Breda da 20 mm (di fronte c’è anche la divisione motorizzata italiana « Trieste » ).
Koenig sale allora sulla sua Ford Utility, al cui volante c’é
Susan Travers, la leggendaria inglese sua autista personale ( soprannominata la « Miss ») e in piedi sporgendo dalla vettura, grida a tutti di avanzare, Amilakwari monta anche lui a bordo. La « Miss » spinge a fondo l’acceleratore, cercando un varco tra le mitragliatrici individuate dai proiettili traccianti.
Frattanto i legionari sono al contatto, la prima linea di difesa nemica è travolta. In mezzo alla sparatoria Koenig, nervoso, redarguisce la “Miss”: « ma si metta l’elmetto perdio!». E poi a Amilakwari: « smettila di sparare, ci farai individuare !» - « Ma non sono mica io, sono loro ! ».
La Ford si pianta in una buca, ma nel buio la vettura del Cap.Masson la tampona… provvidenziale ! La corsa prosegue.
Restano ancora due linee nemiche di pezzi anticarro e artiglieria pesante. I Bren Carriers si fanno sotto, uno di loro distrugge due nidi di mitragliatrici, il pilota è ferito, ma assalta una terza postazione: un anticarro da 50 mm. il Tenente Devé (detto Dewey) è centrato al petto dal colpo di anticarro ma il Bren si avventa sulla postazione nemica schiacciandola, nessun superstite.
Cosi’ si immolano quasi tutti i Bren Carriers per aprire la via al convoglio (ne restano solo due, che caricano feriti e qualche appiedato) e cadono in testa ai loro uomini anche il Cap Gufflet (1° Rtg.Art.) il Cap.Bricogne (vice del Col Laurent-Champrosay) il Cap.Mallet, il Cap De Lamaze (caduto mentre incitava:
“En avant la Légion, A’ moi la Légion!” ) il C.te Savey.
Finalmente il grosso dei mezzi passa, guidato dal
Cap André Gravier del genio pionieri, il quale conosce bene il terreno. Alla fine Gravier partirà tra gli ultimi e sarà più volte ferito, ma se la caverà..
I britannici si sono accordati per un punto di raccolta a ca 10 Km in direzione sud ovest ( B 837 azimut 230 gradi) segnalato da tre fari rossi.
Passate incredibilmente senza danni le tre linee nemiche, Koenig, sempre in piedi sulla Ford (che pur avendo incassato qualche proiettile, prosegue regolare) orienta la “Miss” grazie al cielo brillante di stelle: l’ azimut 230° è indicato dalle cinque stelle della costellazione del Corvo.
Ma poi cadono giusto in mezzo ad un accampamento tedesco, fuga a zig zag, un blindato, fari accesi, li insegue, ma poi abbandona. Ma oramai si sono persi, finiranno a diversi Km a sud-est del punto di raccolta , a Gasr el Abid presso un P.C. britannico nella regione di El Adem.
Fino all’alba gli altri mezzi – orientati dai fari rossi – arriveranno al B 837, dove attendono autocarri e ambulanze britannici, poi i mezzi della 7ma brigata motorizzata britannica rastrellano la zona verso Bir Hacheim per raccogliere chi è a piedi e chi si è perso, ma oramai è giorno, diventa troppo rischioso continuare, chi morrà per le ferite o di sete nel deserto, chi tornerà indietro e sarà fatto prigioniero.
Ma “la Vecchia Lepre” ha beffato “la Volpe del Deserto” !
All’alba il generale Rommel - non al corrente della sortita - dirige l’ultimo assalto alla fortezza di Bir Hacheim ma non troverà che l’equivalente di due compagnie, la più parte feriti leggeri, rimaste per far credere che c’era ancora qualcuno, e che continueranno a resistere sparando per un po’, giusto per il principio!.
Koenig - separato dai suoi uomini e ancora senza notizie- è in preda allo sconforto, convinto che la sortita sia fallita (si rincuorerà più tardi, sapendo che più dei due terzi dei suoi ce l’hanno fatta a passare)
“La Miss” dorme spossata nella Ford Utility; autista e vettura hanno sostenuto validamente la prova. Con il grado di
Adjudant Chef (Sergente Maggiore) Susan Travers sarà la sola donna che abbia mai fatto parte della Légion Etrangère, matricola nr 22166. Sulla “Miss” ci sarebbe ancora molto da raccontare.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Foto: La Ford Utility, Koenig sul tetto, Amilakvari sul davanti, e Susan Travers in piedi
(Venustus)