...ho trovato diverse cose su questo ex-legionario..
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Paolo Simeone (classe 1971) di Genova. Ex appartenente del reggimento San Marco della marina militare italiana, si arruolò nella Legione prestando servizio presso il 4° RE e il 6° REG. Dal 1998 si è adoperato come sminatore di campi minati per organizzazioni umanitarie in Angola nel 1997, Kosovo nel 1999, Afghanistan. Nel 2003 comincia a lavorare in Iraq come guardia del corpo. Nel 2004 in Iraq fu collega di Fabrizio Quattrocchi, una guardia di sicurezza privata, che fu poi assassinata da insorti islamisti della "Falange di Maometto.
tratto da wikipedia
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Volontariato e guerra, i due volti del reclutatore
Paolo Simeone, dopo anni di progetti umanitari il salto nei miliziani della sicurezza. «Con lui si guadagnava in fretta»
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI GENOVA - Il cambio di vita diventa ufficiale con una mail di quattro righe: «Ho deciso di non collaborare più con Intersos per motivi che poi vi elencherò. A Bassora la situazione è buona, lascio il materiale sotto la responsabilità dei nostri due collaboratori iracheni». È il 5 gennaio 2004. Chi scrive è Paolo Simeone, 32 anni, genovese di Marassi, ex incursore di marina nel Battaglione San Marco, ex buttafuori. Quelli dell' organizzazione umanitaria Intersos finora non hanno ricevuto l' elenco dei motivi. La data è importante, perché quel giorno in realtà Simeone sta già facendo altro, e Fabrizio Quattrocchi, uno dei tre genovesi che lui ha ingaggiato per lavorare in Iraq, è alle sue dipendenze. La prima mail inviata a Davide Giordano, collaboratore dell' agenzia di security «Ibsa» per la quale lavorava Quattrocchi, è del 27 ottobre 2003. Parte dalla casella di posta elettronica di Valeria Castellani, titolare della filiale irachena della Dts Llc security, la (presunta) società di sicurezza americana con sede nel Nevada che avrebbe ingaggiato i quattro italiani sequestrati sulla strada per Amman. In realtà il messaggio è scritto e firmato da Simeone, che mostra confidenza con l' interlocutore («caro Davidone») e chiede di avere delle segnalazioni: persone di fiducia da arruolare. Come finirà, purtroppo è storia nota. Dunque Simeone è considerato il «reclutatore», e almeno moralmente è una etichetta pesante. Ma la sua storia, e quella della sua amica e collega Valeria Castellani, trent' anni, vicentina, è particolare. Perché dall' impegno con le ong umanitarie alle scorte armate il passo è notevole. Lei oggi è la titolare della società Usa che ha ingaggiato i quattro italiani finiti nella mani degli estremisti iracheni, lui è l' uomo che le segnala il personale. «Nel nostro ambiente - dice una body guard genovese di attesa di partire come riservista bersagliere per Nassiriya - Paolo è la persona da chiamare se si vogliono fare soldi in fretta ma con missioni pericolose». Arrivano conferme anche dalla «Ibsa», l' agenzia di servizi di sicurezza per la quale lavorava Fabrizio Quattrocchi. Assicurano che ci sono altre quattro persone che a maggio partiranno per Bagdad. Contattate e ingaggiate da Simeone. Fino al 2001, Valeria Castellani lavorava per una agenzia di import-export in Veneto che ha filiali negli Stati Uniti. Con l' 11 settembre arriva la crisi, e mesi dopo Valeria Castellani fa domanda per lavorare all' estero con Intersos, una delle organizzazioni non governative più presenti nelle zone di guerra. Fondata nel 1992 con il sostegno delle Confederazioni sindacali italiane, Intersos è specializzata in crisi umanitarie. Lei accetta un contratto da «volontaria junior» e parte per Kabul, dove lavora dal 3 luglio al 20 agosto 2002. Svolge attività sociali, lavora con i bambini in una scuola. Anche Simeone è a Kabul per conto di Intersos, assunto come tecnico. Si occupa della bonifica del territorio dalle mine, una delle attività per le quali Intersos è universalmente apprezzata. Referenze di Simeone nei rapporti della Ong: ottime. Uno dei migliori, ha già lavorato per Intersos in zone difficilissime, tanta Africa e due anni (1999-2000) in Kosovo. Tornano insieme da Kabul e restano nel sociale. Creano dal nulla una iniziativa bellissima. Il progetto si chiama «Angola, l' infanzia negata», e parte nel novembre 2002. Viene patrocinato da Macondo, associazione per l' incontro e la comunicazione tra i popoli che ha sede in Veneto. Ideato e fondato da Valeria Castellani e Paolo Simeone, si legge nel sito di Macondo, in collaborazione con padre Adriano, un missionario italiano che lavora nella diocesi di Benguela. Si tratta di costruire una scuola per i bambini di quella zona. Laggiù va male, dopo due mesi di lavoro in Angola il progetto non viene portato a termine. Paolo Simeone ricomincia con Intersos il suo lavoro di sminatore. C' è l' Iraq. Prende servizio il 28 maggio. Rinnova per due volte il contratto, l' ultimo scade il 27 novembre. Sempre tra Bassora e Nassiriya. «Angeli tra le bombe», titola un bel servizio di Famiglia cristiana dedicato al lavoro di Intersos nel sud dell' Iraq. Ed è una sintesi felice. La foto che correda l' articolo è quella di Simeone. Gli viene chiesto di rimanere almeno un altro mese, ci sono le feste e in tanti vogliono tornare a casa. Non ci sono problemi. Poi, il 5 gennaio, molla tutto «per motivi che poi vi elencherò». Riappare a Bagdad, accanto alla sua ex collega Valeria. Lavorano ancora insieme, ma questa volta è diverso. Dall' impegno nel sociale alle scorte armate. Strana, stranissima parabola. Marco Imarisio
tratto dal corrieredellasera-online
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